Largo alle novità

(Articolo del Dott. Raffaele Morelli)

Esiste un'area del cervello, detta "nucleo accum-bens", in cui sì raccolgono gli stimoli della fase appetitiva del piacere: quando questa zona viene soddisfatta dall'eros, non siamo spinti a ricercare piaceri alternativi. Vero è che l’accumbens è tanto più soddisfatto quanto più nuovi e variati sono gli stimoli che riceve. Questo non significa che dobbiamo cambiare partner continuamente; vuol dire invece che la coppia deve rinnovarsi e non deve trasformare il legame in abitudine o attaccamento. Per esempio: una coppia in cui lui e lei si sentono tutte le mattine a una certa ora o che si mandano quel certo messaggino sul cellulare prima di andare a letto, hanno gli stessi hobby, praticano gli stessi sport, non è una coppia unita: è una coppia dipendente. Questa forma di attaccamento chiuso è estremamente pericolosa, perché lascia l'accumbens insoddisfatto e quindi lo porta a cercare piaceri diversi.

SE L'EROS SI SPEGNE, ANCHE IL CORPO SI AMMALA Come è vero che un erotismo vivace è una garanzia di benessere per l'intero organismo, allo stesso modo, se l'immaginario erotico esce dalla nostra vita, o si pretende di deciderne tempi e modi si finisce per bloccare il libero fluire dell'energia e si pongono così le basi per l'insorgere delle malattie. Già l'analista e sessuologo Wilhelm Reich, negli anni Cinquanta, ci metteva in guardia da una sessualità ingabbiata, che può avere gravissimi riflessi sull'organismo. Nel suo libro La biopatia del cancro, afferma che: Il cancro è l'espressione somatica dell'effetto bio-fisiologico della stasi sessuale». e sostiene che buona parte dei nostri atteggiamenti mentali errati deriva da una morale tutta da riconsiderare, alla luce di una nuova visione tra sessualità e salute.

IN OCCIDENTE PREVALE IL SENSO DEL PECCATO, IN ORIENTE QUELLO DEL PIACERE Ammettiamolo, la cultura in cui siamo calati non ci aiuta a vivere l'eros come uno stato eccitatorio permanente: spesso si confonde addirittura l'erotismo con la pornografìa e, in ogni caso, lo si relega nell'ambito dei piaceri materiali, associandolo a un'immagine di consumismo sessuale. Questo è dovuto soprattutto all'influenza delle religioni monoteiste che, nei secoli, hanno consolidato una visione negativa della sessualità, accettata solo nell'ambito del rapporto coniugale, in funzione della generazione. Sono così andate perdute la natura e la funzione spirituale ed evolutiva della cultura erotica che permeava altre civiltà. Nell'epopea sumerica di Gilgamesh, il primo testo mitologico occidentale, che si legge che una sacerdotessa dell'amore trasforma il selvaggio Enkidu in essere umano, facendo sesso con lui nel tempio della dea e aiutandolo a diventare "saggio come un dio". Diventare saggi facendo l'amore? È una prospettiva che anche le menti più aperte diffìcilmente accettano. Eppure la teoria del caos ci insegna che i sistemi viventi possono subire trasformazioni in tempo breve, quando si trovano in stato disquilibrio e, nell'acme dell'orgasmo, il sistema psico-fisico di un essere umano si trova proprio in questo stato. Ecco allora le tecniche del Tantra, che sfruttano le possibilità aperte dalla tensione erotica per liberare l'energia e dirigerla nel senso voluto, che può essere tanto terapeutico quanto evolutivo. Sempre nello stesso senso le Shaktini della cultura erotica indiana, come le Geishe giapponesi e le Etere greche non avevano niente a che fare con la prostituzione: erano donne colte, di alto rango, sacerdotesse di Amore, uniche donne ammesse alla vita politica e fìlosofìca dei loro tempi in virtù della loro capacità di mantenere accesa la fiamma del grande dio trasformatore: Eros appunto.

Articolo di Raffaele Morelli


Autore: settimocielo

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